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DSL: disturbi specifici del linguaggio

Disturbi del linguaggio

Nostro figlio parla male, solo noi riusciamo a capirlo e spesso neppure noi. Eppure abbiamo fatto tutti gli accertamenti medici e ci han detto che va tutto bene”.

Molti genitori si potrebbero ritrovare in questa citazione, e questo significa che il loro bimbo potrebbe presentare un disturbo del linguaggio.

Cosa sono i disturbi specifici del linguaggio

Il disturbo del linguaggio è una circostanza assai comune nei bimbi in età prescolare ed è tanto da essere i disturbi neuropsichici con la maggior incidenza che possono esprimersi in maniera specifica (DSL) oppure possono essere la manifestazione secondaria ad altre patologie sensoriali, cognitivi e relazionali.

Sviluppo del linguaggio nel bambino

Il linguaggio non si sviluppa per ciascuno nello stesso modo, ma è influenzato da fattori fisiologici, ambientali e da eventi che accadono nella storia dei bimbi.

La presenza di otiti ricorrenti, di frenulo linguale corto, ad esempio, possono determinare, rispettivamente, un minor sviluppo della componente ricettiva e un alterato pattern di realizzazione fonologica. Nel caso di frenulo linguale corto possono determinarsi alterazioni dell’equilibrio muscolare orofacciale che debbono essere prontamente trattate.

L’essere inserito in un ambiente familiare linguisticamente stimolante rappresenta un fattore positivo nell’acquisizione del linguaggio e viceversa un contesto che lo è poco potrebbe determinare un rallentamento nell’acquisizione fonologica iniziale e successivamente lessicale e morfosintattica.

Sviluppo tipico

 

Età (mm)

Competenze

Comportamento

Segnali di rischio

1

  • Riconosce i suoni e le voci
  • È interessato ai visi delle persone

Mostra una risposta ai rumori, con una reazione di interruzione, e orientando lo sguardo verso a fonte e, nel caso di una voce, verso il viso del vociferante.

  • Nessuna risposta motoria ai rumori
  • Nessuna manifestazione vocale
  • Mancato contatto oculare

 

2 → 4

  • Associa suoni e voci
  • Incremento delle prassie volontarie del volto
  • Reazione motoria di orientamento del capo verso il suono
  • Reagisce alle voci familiari
  • Inizia l’utilizzo volontario della voce
  • Nessuna risposta motoria ai rumori
  • Nessuna manifestazione vocale
  • Mancato contatto oculare

4

  • Riconoscimento suoni linguistici
  • Sorriso sociale
  • Vocalizzi
  • Piacere nella fonazione
  • Nessuna vocalità
  • Nessuna risposta ai rumori
  • Nessun movimento espressivo del volto

6

Targettizzazione suoni linguistici

Babbling canonico

Mancato babbling

9 → 12

Incremento prassie fono‑articolatorie

  • Babbling variegato
  • Gesti deittici
  • Comunicazione verbale e non verbale
  • Attenzione visuale al soggetto di riferimento
  • Riconosce il proprio nome

Mancato babbling

12

Verbalizzazione intenzionale

Gesti richiestivi

Mancato babbling

12 → 18

  • Incremento della fono‑articolazione
  • Incremento lessico in ricezione e produzione
  • Prime parole
  • Olofrase

Mancata produzione di parole

18 → 20

Incremento lessico in ricezione e produzione

Frase nucleare

  • Mancata produzione di parole
  • Mancata comprensione contestuale

20 → 24

Miglioramento della comprensione e utilizzo della lingua

  • Esplosione del vocabolario
  • Aumento della lunghezza della frase

Lessico < 50

24 → 30

  • Miglioramento morfo‑sintassi
  • Arricchimento lessicale

Aumento della lunghezza della frase

  • Lessico < 50
  • Permanenza olofrase

30 → 36

Acquisizione della maggior parte dei fonemi

Aumento della complessità morfosintattica

 

Tabella 1: Sviluppo del linguaggio

DSL: comparsa ed espressione

Esistono dei bimbi che pur non seguendo le tappe dello sviluppo verbale tipico, vedono poi un'impennata della loro curva di apprendimento che si adegua alla norma in un periodo appena successivo: questi bimbo sono detti late talkers.

I late talkers sono quei bambini che sviluppano il linguaggio tra i 24 e i 36 mesi in assenza di deficit sensoriali, cognitivi, relazionali (Rescorla e Alley 2001).

Di norma ai 24MM il bimbo ha un vocabolario espressivo che va da 80 a 500 parole, mentre i late talkers sono sotto alle 50. Inoltre non creano combinazioni di frasi, permanendo nell’olofrase e nell’utilizzo del gesto in funzione della parola.

Fattori di rischio per lo sviluppo di un DSL

Oltre ai fattori di rischio linguistici indicati in Tabella 1, esistono anche fattori di ordine fisiologico, come il sesso, la presenza di otiti ricorrenti e sociale, come l’esposizione ad un ambiente linguistico che non risulti stimolante per l’apprendimento verbale.

Un disordine linguistico rappresenta sempre un fattore di rischio per lo sviluppo cognitivo e psico‑ affettivo del bambino data la sua funzione di mediazione e integrazione della vita mentale che il linguaggio svolge fin dalle prime fasi della sua acquisizione (Beitchman 1996).

La diagnosi

La diagnosi di DSL è basata essenzialmente su criteri di esclusione che permettono di affermare che il problema di linguaggio non sia legato dalla presenza di condizioni patologiche. Non vi deve essere quindi una storia di otiti ricorrenti o altre patologie uditive. Altresì non debbono esservi disfunzioni neurologiche quali paralisi cerebrali infantili, epilessia. L’apparato fono‑articolatorio non deve presentare anomalie strutturali e la motricità oro‑bucco‑facciale deve essere nella norma.

Le abilità linguistiche del bambino devono essere significativamente sotto la media della sua età (< 1,5 deviazioni standard).

Il Quoziente intellettivo deve essere maggiore o uguale a 85.

Non devono esservi importanti disturbi della vita di relazione sociale (Leonard et al. 1992).

Trattamento

Il trattamento è di natura esclusivamente logopedica. La terapia vede l’applicazione contemporanea alcuni ambiti parimento coinvolti nell’acquisizione del linguaggio:

  • ambito percettivo: il miglioramento della percezione dei fonemi consente la loro comprensione come elementi distintivi;
  • ambito motorio;
  • ambito cognitivo-linguistico.

Bibliografia

Beitchman, Joseph H. 1996. Language, Learning, and Behavior Disorders: Developmental, Biological, and Clinical Perspectives. Cambridge University Press.

Leonard, Laurence B., M. Cristina Caselli, Umberta Bortolini, Karla K. McGregor, e Letizia Sabbadini. 1992. «Morphological Deficits in Children With Specific Language Impairment: The Status of Features in the Underlying Grammar». Language Acquisition 2 (2):151–79. https://doi.org/10.1207/s15327817la0202_2.

Rescorla, Leslie, e Amie Alley. 2001. «Validation of the Language Development Survey (LDS): A Parent Report Tool for Identifying Language Delay in Toddlers». Journal of Speech, Language, and Hearing Research 44 (2):434–45. https://doi.org/10.1044/1092-4388(2001/035).

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